Ovvero Zhang Huan, soprannominato dai curatori del Pac The Ashman, includendo con questo evocativo soprannome solo le sperimentazioni artistiche degli ultimi anni.
Sperimentazioni che in ogni caso lasciano stupefatti per la loro forza e poesia, anche solo per la pazienza che ha avuto l'artista raccogliendo la cenere d'incenso nei templi intorno a Shanghai, e con questa realizzare quadri che sembrano acquarelli in bianco e nero, spessi di grandi dimensioni. Opere che indagano la Cina tra passato e contemporaneità, e che gettano un ponte al di fuori, come la raffigurazione della bandiera statunitense.
Un'opera su tutte: il grande Buddha - di cenere ovviamente - che capeggia all'ingresso. Senza testa, perché come ci spiega Huan, Buddha non si può raffigurare, ma vive in ognuno di noi.
domenica 11 luglio 2010
Senza bacco tabacco e venere, l'arte diventa cenere
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