giovedì 29 settembre 2011

A Milano due giorni di ciclo-erotismo


A Milano due giorni di ciclo-erotismo

a passo d'uovo


il ciclista non ha amici naturali. lo sanno tutti i ciclisti urbani, anche se forse molti non hanno il coraggio di ammetterlo. Ci piace pensarci integerrime persone, che non inquinano e migliorano l'ambiente.
se fossimo nella foresta il ciclista caccerebbe di notte, da solo, diffidando di tutti, anche dei suoi simili.

naturalmente il nemico numero 1 è l'automobilista, quella strana figura protetta da un esoscheletro di metallo, che confonde la sua natura di bipede credendosi quadrupede.
spesso è incapace di manovrare la sua corazza, sfuggono al suo controllo freni, sportelli e altre parti evidentemente troppo complesse da poter essere adeguatamente coordinate.
è chiaro che a volte l'umano dimentica l'esistenza di sofisticate strumentazioni quali i freni e i lampeggianti creando inconvenienti stradali.
si verificano anche molti casi di controllo territoriale con feroci lotte per la conquista del territorio e del parchggio, in cui si vedono alcuni esemplari, desiderosi di assurgere allo status di dominatore, piazzarsi accanto agli esoscheletri, im modo da impedire passaggi e uscita e imponendosi come figura alfa della via.

naturalmente neppure i bipedi sono amici del ciclista. sebbene a uno sguardo superficiale li si possa vedere uniti nella lotta all'alieno automobilista invece feroce è la lotta per la spartizione del territorio.
tutto è terreno di conquista. le piste ciclabili e i marciapiedi sono cause di lotte sanguinarie.
probabili incomprensioni di fondo, scarse comunicazioni e evidenti mancanze dei responsabili della viabilità portano a sguardi in cagnesco, ltigate e desideri di spietate aggressioni.
ma io mi chiedo, fratello pedone, cosa ti spinge a piazzarti fermo e assente, incurante del pericolo, nel mezzo di una pista ciclabile? ti metteresti a telefonare nel centro di una carreggiata? e perché se senti un gaio scampanellio indirizzarsi insistentemente verso di te non ti sposti, ma incurante prosegui nei casi tuoi? pensi di non farti male? o di avere ragione? pensi forse che il ciclista provisto di RC paghi per te, pur essendo nel torto? non è così.
e cari bipedi con prole, i figli sono vostri. se li arroto sotto le gomme, carissimi, non me ne frega un cazzo. stateci attenti.


Naturalmente dall'elenco dei nemici non possiamo eliminare camion, pulmini e motorini, che tutti grazie alla loro stazza, si sentono particolarmente agili nel traffico e quindi assolutamente incuranti dell'esistenza altrui.
anche se, a essere sinceri, questi sono tra i nemici più insignificanti che un ciclista urbano possa affrontare.
naturalmente l'amministrazione cittadina figura tra i nemici top del ciclista.
L'incuria delle buche stradali che regala piacevoli incassamenti vertebrali e caduta della catena.
L'assenza o la mancanza di segnalazioni di piste ciclabili, che quando ci sono consistono in strisce pitturate di cupo sopra radici o protuberanze, per garantire emozioni cross anche al triste impiegato che ogni mattina si reca in ufficio.
anche i parcheggi sono un ostacolo che richiede grande intelligenza per essere aggirato. in alcune grandi città è più facile trovare parcheggio per una smart che per una bicicletta.
i pali mal conficcati a terra sono un'insidia, e una tentazione al furto.
ciò che è saldamente conficcato al suolo è infestato dai motorini, e anche quando si riecse ad accapararsi una di queste ancore non si è al riparo dai furti. ervirebbe lucchettare sellino, campanello, ruote, manubrio e ogni tipo di componente estraibile e smontabile. insomma, andare in giro talmente carichi di catene da sembrare un fantasma senza pace.



la foto è di Ria Tony Kyriaku/Olycom