martedì 10 agosto 2010

nella pioggia l'anima di un popolo

iniziamo con le considerazioni razziste e xenofobe sui coreani: sputano, sono chiassosi, pessimi guidatori peggio che in italia, e prepotenti al punto da spintonare x passare avanti nelle file, inoltre mangiano una quantita' scandalosa di animali e questo non depone a loro favore.
Ieri pomeriggio sono arrivata a Geongyju, l'antica capitale del regno shilla, che ha governato la parte meridionale della corea per oltre mille anni. si visitano le tombe, i parchi le pagode. tutta roba culturale.
oggi volevo andare nei paraggi a vedere un buddha dorato sulla sommita' di una collina, ma il cielo era tutto nuvoloso, aveva piovuto e insomma, non volevo fare un'escursione con la pioggia. cosi' dal momento che il territorio coreano e' montuoso ho pensato che magari spostandomi un poco avrei trovato bel tempo. Ho preso una serie di autobus quindi e sono andata a vedere la Tripitaka Koreana. gia' fare un cambio d'autobus in una cirtta' che ha 5 bus terminal vi assicuro che e' un impresa, infatti ho girato un'ora buona per Daegu con in mano un foglietto con scritta la mia destinazione.
Salita sull'autobus per Haenisa ha iniziato a piovere a dirotto e non ha piu' smesso.
non vi dico visitare un tempio fangoso in collina sotto l'acqua.
comunque sull'autobus una vecchietta ha iniziato a parlarmi, ignoro di cosa, e una volta arrivate a destinazione mi ha presa, modello pacco inconsapevole, e caricata su un taxi che ci ha lasciate davanti al portone del santuario.
dal momento che gli occidentali sono un'assoluta rarita' da queste parti e destano sguardi e commenti di meraviglia, anche una coppia mi ha avvicinata parlandomi, e indicandomi la strada per tornare verso la valle. piccola "incomprensione" visto che loro erano in macchina pensavano, chissa' perche", che ne avessi una anch'io. visto che cosi' non e' stato - e qui mamma e papa' non dovreste leggere - mi hanno offerto un passaggio verso una fermata, che io naturalmente ho accettato. intanto avevo la scelta se morire sicuramente congelata in un bosco o rischiare e non essere sgozzata da due automobilisti. dal momento che scrivo mi e' andata bene, anche se la bronchite e' ancora in agguato.
i due mi hanno deposta al casello. non e' un auostrada, non so perche" ci fosse un casello ma tant'e'. nell'attesa dell'autobus i due casellanti mi hanno rifocillata con mochi ripieno di azuki e caffe' bollente, che e' stato un autentico toccasana. davvero questa giornata mi ha commossa per la gentilezza dei miei ospiti!
qualche altra considerazione sparsa:
i caselli sono a forma di pagoda e denotano un gusto kitsch indescrivibile.
le signore anziane camminano curve, quasi a 90 gradi, ma sono in grado di stare dritte.
le citta' sembrano davvero costruite a caso. la campagna e' incantevole, ma i centri abitati sono orrendi.
i monaci guidano auto con i vetri oscurati.

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